Wednesday, 27 January 2010

Shoah: Memorial Day



















Sebbene Mussolini non avesse mai espresso palesemente una ostilità nei confronti degli ebrei, per ragioni essenzialmente politiche, tra il 1936 e il 1937 decise di prendere rigorosi provvedimenti volti all’emarginazione e alla persecuzione gli ebrei, cancellando con un colpo di spugna ogni autonomia concessa fino ad allora alle comunità ebraiche. Fondamentalmente, tra i vari motivi che spinsero il duce ad una tale risoluzione, la molla principale fu il desiderio di guadagnare credito agli occhi di Hitler e tentare un avvicinamento politico alla Germania, anche a costo di sacrificare la libertà e i diritti degli ebrei italiani. "In proposito va precisato che non vi è notizia di alcuna pressione specifica in quel senso da parte del governo nazista; la campagna antisemita nel nostro paese fu decisa da Mussolini in piena autonomia e riuscì a imporsi nella sostanziale passività della maggioranza degli italiani".
Tra il razzismo italiano di Mussolini e quello tedesco di Hitler ci fu una sostanziale differenza: mentre nel primo caso tale ideologia sorse solo in un secondo momento della storia del fascismo e sotto la spinta delle ambizioni e delle strategie politiche di Mussolini; nel secondo l’ideologia razzista faceva parte integrante di quella nazista fin dalle origini.
Ma entrambi sfociarono nella persecuzione violenta degli ebrei e nella loro deportazione in massa nei campi di sterminio. Ed è sulla base delle già citate convinzioni che, purtroppo, come ben sappiamo, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal ceto e ruolo sociale, milioni di ebrei furono sterminati senza pietà. Coloro che sono sopravvissuti, non solo rimasero privi di tutti i propri beni, ma ancora oggi portano il segno delle ferite di quei terribili anni.
Quando si parla di deportazione e sterminio degli ebrei, pensiamo sempre solo ai nazisti e alle responsabilità tedesche; di fatto la complicità, la partecipazione degli italiani in quei tragici eventi fu considerevole e per troppo tempo taciuta. Ma tacere sui fenomeni di razzismo non aiuta a comprenderne le cause profonde ad evitare che tali fatti del passato possano verificarsi di nuovo e, soprattutto, il silenzio non favorisce un percorso di coscientizzazione e di riflessione critica ed autocritica che faccia da "scudo" ad atteggiamenti razzisti nei confronti di tutte quelle "minoranze" o gruppi "altri", sociali o religiosi che siano, presenti oggi nel nostro Paese.

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